E una dolente schermaglia, aspra e ironica insieme, che contrappone lungamente e tenacemente i due protagonisti, esponenti di due classi o quantomeno di due categorie sociali profondamente diversificate dalle rispettive tradizioni, abitudini, culture e tensioni interiori. I loro modi, i loro linguaggi sono diversi, l’attrito fra le loro sensibilità genera, ad ogni volgere di scena, sospetti e incomprensioni, il cui denominatore comune resta pur sempre un vago sentimento d’inconfessata nostalgia.
Il contadino arriverà a stracciare le banconote del suo gruzzolo gelosamente nascosto e a inscenare un goffo proposito di suicidio. L’intellettuale per parte sua, farà a pezzi i fogli di note e di appunti preparati per il mitico libro che non scriverà mai. Emigranti si chiude con un finale dimesso, degno di una grigia tragedia contemporanea, cui fanno da sottofondo sonoro il rassegnato russare del proletario addormentato e i singhiozzi sempre più disperati dell’intellettuale irrimediabilmente frustrato.
Regia:
Fabio Omodei
Attori:
Piotr Adamczyk
Paolo Alessandri
Costumi:
Monica Raponi
Scene:
Judith Faraoni
Disegno Luci:
Edoardo Sabelli
Testo:
Slawomir Mrozek
In Collaborazione con:
Istituto Polacco di Roma